È vero che i neonati possono consumare solo determinate tipologie di acque minerali? Se da un lato le aziende produttrici sostengono la necessità di acquistare acque particolari, più sicure e con un basso impatto sui reni, dall’altro gli scienziati affermano il contrario: non è vero che l’acqua del rubinetto fa male ai neonati.
Le acque mineralizzate per neonati sono nocive?
In Italia, a differenza dei paesi esteri, l’acquisto dell’acqua in bottiglia è molto diffuso poiché si pensa che l’acqua di rubinetto sia nociva. In realtà, eccetto casi specifici, si tratta di una paura immotivata, in quanto il pericolo di contaminazioni vale sia per gli acquedotti sia per le sorgenti da cui le acque vengono imbottigliate e vendute poi nei supermercati. Nonostante a livello scientifico non vi sia alcuna differenza tra le due, gli italiani e, soprattutto, i genitori continuano ad acquistare costose e particolari acque per i loro bambini in fase di svezzamento, convinti che più mineralizzate sono più sono nocive per i piccoli. Ma è davvero così? In questo non vengono di certo aiutati dai pediatri, che, spesso, le consigliano ai neogenitori poiché, rispetto alla semplice acqua del rubinetto, le acque minimamente mineralizzate sarebbero più sicure dal punto di vista igienico-sanitario e arrecherebbero un ridotto impatto sui reni del piccolo.
Acqua e salute del neonato: le acque mineralizzate possono danneggiare i bambini?
A livello scientifico non c’è nessuna ricerca specifica che va a dimostrare la necessità di somministrare ai neonati un’acqua poco mineralizzata. Di sicuro l’organismo dei piccoli ha bisogno, soprattutto nei primi mesi di vita, di specifici oligoelementi, come sodio, calcio e magnesio. Quindi, nell’arco del primo anno, l’acqua dovrebbe essere povera di sodio e ricca di calcio e magnesio, aspetti specifici delle acque oligominerali, con un residuo fisso tra 50 e 500 mg/l. Tali caratteristiche si ritrovano sia in acque di rubinetto sia in quelle imbottigliate. Per quanto riguarda i reni dei piccoli, il preferire una specifica acqua per evitare di affaticare gli organi ancora in formazione è insensata. Infatti, i reni potrebbero risentire per l’introduzione di altri elementi, quali le proteine e l’urea, ma non dei naturali componenti dell’acqua potabile.