Cosa significa essere mamme lavoratrici nell’epoca contemporanea? In molti casi significa dover scegliere tra una o l’altra condizione. Avere stabilmente un posto di lavoro e, parallelamente, avere una famiglia, sembrano infatti essere due realtà ancora oggi inconciliabili.
Possibile? Sembra proprio di sì, stando alle ultime ricerche sul tema.
Nel 2014 il Ministero del Lavoro ha condotto un’indagine sulle dimissioni e risoluzioni consensuali delle mamme lavoratrici e dei lavoratori padri, presentandone i risultati nel mese di giugno 2015.
La scena fotografata dalla relazione è a dir poco demotivante.Nel 2014, circa 23 mila neo mamme dopo il parto hanno lasciato il lavoro. Una quota enorme che aumenta del 6% rispetto all’anno precedente.
Chi sono le mamme che lasciano il lavoro? La maggior parte sono giovani, tra i 26 ed i 35 anni, con un’anzianità di servizio di circa 3 anni.
I motivi? Il primo ostacolo al binomio lavoro e maternità è l’assenza di parenti a supporto del nucleo familiare, a cui affidare il piccolo. Le mamme gridano, poi, contro la scarsità di strutture educative per bambini, contro i costi elevati per la gestione dei figli e, immancabilmente, contro la scarsa disponibilità dei datori di lavoro a concedere orari flessibili e part-time.
La maternità sembra essere dunque una responsabilità a solo appannaggio delle mamme lavoratrici che, una volta allargata la famiglia, sono costrette a lasciare il lavoro. E se un tempo questo fenomeno veniva collegato all’ingrandirsi della famiglia, con l’arrivo del secondo o addirittura del terzo figlio, oggi già il primogenito è un ostacolo per le mamme lavoratrici, tale da indurle ad abbandonare la carriera.
E gli uomini? Anche il loro tasso di abbandono del lavoro causa paternità è salito (nel 2014 sono stati circa 4 mila, registrando un +62%), dimostrando un maggior coinvolgimento nella tematica familiare.
Le proporzioni, però, sono del tutto disequilibrate.
E soprattutto, non facciamoci sviare nella riflessione, spostando il fuoco verso chi, tra i due genitori, è costretto a mollare il lavoro per dedicarsi ai figli: il vero problema è che in una società moderna e garantista, il sacrificio di una scelta obbligata non dovrebbe nemmeno affacciarsi all’orizzonte.