Molte donne, prima della gravidanza, non conoscono l’importanza della tiroide per il nostro organismo: questo organo a forma di farfalla, infatti, svolge silenziosamente le proprie fondamentali funzioni e, perciò, è spesso difficile individuare eventuali disfunzioni.
La salute della tiroide ha un certo impatto sulla fertilità e la gravidanza: è un tema sempre più indagato nel campo della medicina riproduttiva. La fertilità femminile infatti dipende da un delicato equilibrio tra fattori ormonali, ginecologici e anatomici, e le disfunzioni tiroidee giocano un ruolo molto importante che non andrebbe trascurato.
A cosa serve la tiroide?
Tale ghiandola endocrina ha un ruolo primario nel regolare il nostro metabolismo e, in gravidanza, viene particolarmente sollecitata e sottoposta a lavori straordinari che possono rendere necessario l’assunzione di integratori. Inoltre, la tiroide in gravidanza riveste un compito essenziale per il corretto sviluppo cognitivo e intellettivo del bambino.
Correlazione tra tiroide malfunzionante e gravidanza
Numerose ricerche, infatti, correlano la carenza di iodio in gravidanza con un ritardo mentale del nascituro: per questo, a tutte le donne in dolce attesa si consiglia di monitorare attentamente i valori della funzionalità tiroidea. Ricordiamo che si giudica normale ed ottimale, per la ricerca di una gravidanza, un valore del TSH inferiore a 3.
Secondo le ultime ricerche raccolte dal Gruppo Aiuto Tiroide (GAT), con il sostegno della Fondazione Con Il Sud, non curare le disfunzioni tiroidee mette a rischio la gravidanza
Gli ormoni tiroidei, in particolare il T3 e il T4, giocano un ruolo cruciale nella regolazione del ciclo mestruale e dell’ovulazione. Le alterazioni nella produzione di questi ormoni possono quindi compromettere non solo la fertilità, ma anche il normale sviluppo della gravidanza.
La valutazione della tiroide è particolarmente importante negli esami pre-concezionali e durante la gravidanza, poiché disfunzioni tiroidee possono causare irregolarità mestruali e problemi di ovulazione. Inoltre, l’uso di terapie ormonali, sia contraccettive che per la fertilità, richiede un attento monitoraggio per evitare complicazioni.
Ipertiroidismo in gravidanza: cosa comporta per la madre e per il neonato?
In gravidanza, un ipertiroidismo non controllato nella gestante può essere causa di:
- aborto spontaneo
- nascita prematura
- neonato sottopeso
- scompenso cardiaco congestizio
- aumento della pressione arteriosa
Ipotiroidismo in gravidanza: cosa comporta per la madre e il feto?
L’ipotiroidismo causa in parte gli stessi problemi dell’ipertiroidismo
- anemia
- aborto spontaneo
- neonato sottopesa
- morte prenatale
La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune piuttosto comune che può provocare ipotiroidismo, cioè una produzione bassa di ormoni tiroidei. È una malattia piuttosto diffusa, che colpisce circa una persona su 20 (perlopiù donne) e può influenzare negativamente l’inizio e il progresso della gravidanza.
Le donne affette da questa patologia sono a rischio di sviluppare una placenta meno efficiente, aumentando le probabilità di aborto spontaneo, ipertensione e parto prematuro. Per questo motivo, è consigliato monitorare i livelli di TSH e degli anticorpi tiroidei prima del concepimento e durante la gravidanza.
Quali alimenti consumare per stimolare il funzionamento della tiroide?
Fra gli alimenti che contengono molto iodio e possono, quindi, stimolare il funzionamento della ghiandola ci sono i fagioli, lo yogurt biologico e i mirtilli rossi. Inoltre, gli esperti ricordano che molti alimenti possono interferire con il corretto funzionamento della tiroide: i broccoli e il cavolfiore, ad esempio, possono rallentare la tiroide e, quindi, vanificare il suo compito. Anche la soia e il caffè dovrebbero essere consumati con moderazione, poiché limitano l’assorbimento della levotiroxina.
Un apporto molto importante per raggiungere il fabbisogno necessario per il corretto funzionamento della tiroide in gravidanza viene svolto anche dal sale, che deve essere iodato: il normale sale da cucina (così come quello nero o quello rosa dell’Himalaya) non contiene iodio e, quindi, non può essere da questo punto di vista raccomandato a una futura mamma.
Come controllare il corretto funzionamento della tiroide
Sia per chi cerca una gravidanza che per le donne incinta e per tutta la durata della gestazione, il consiglio è quello di sottoporsi all’analisi della funzionalità tiroidea (basta un semplice prelievo del sangue), anche se per il momento questi esami non sono inclusi nel pacchetto degli screening neonatali obbligatori.
La diagnosi richiede l’analisi dei sintomi e il dosaggio dei livelli ematici di TSH, T3 e T4.
Basta davvero poco, ma i risultati sono più che fondamentali per la corretta crescita e sviluppo del bambino.
Importanza della iodo-profilassi
L’assunzione adeguata di iodio è fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide e, di conseguenza, per la fertilità. La carenza di iodio può portare a disfunzioni tiroidee come l’ipotiroidismo e il gozzo, compromettendo la salute riproduttiva. La iodo-profilassi non solo migliora la funzione tiroidea, ma riduce anche il rischio di complicanze durante la gravidanza, contribuendo a una migliore salute materno-fetale.
La sorveglianza e la prevenzione delle disfunzioni tiroidee sono essenziali per garantire una buona salute riproduttiva e ridurre il rischio di complicazioni legate alla tiroide durante la gravidanza.
Attenzione in menopausa e con le terapie oncologiche
Anche le terapie oncologiche moderne, anche se sempre più efficaci nel trattamento di vari tipi di tumori, possono avere effetti collaterali sulla funzionalità tiroidea. La riduzione o l’eccesso di produzione di ormoni tiroidei può manifestarsi a seguito di queste terapie.
Anche durante la menopausa, la funzione tiroidea richiede attenzione. Le donne in questa fase della vita possono sviluppare ipotiroidismo sub-clinico, che contribuisce al malessere generale. Un’adeguata valutazione e trattamento della funzione tiroidea possono migliorare significativamente la qualità della