Maria Sole è affetta dalla sindrome di Mayer Rokitansky, e nonostante sia fertile è nata senza utero. Il suo sogno, all’età di 35 anni, è quello di diventare mamma e si batte per la gestazione solidale, che in Italia risulta ancora ad oggi molto complicata.
Diventare mamma: la storia di Maria Sole
Maria Sole ha scoperto da adolescente di non essere come tutte le sue coetanee. A sedici anni infatti i genitori, preoccupati per l’assenza del ciclo mestruale, accompagnano Maria Sole alla sua prima visita ginecologica ed è qui che scoprono per la prima volta la sindrome di Mayer Rokitansky di cui Maria Sole è affetta.
A causa delle sindrome, che in Italia colpisce circa un migliaio di donne, pur essendo fertile Maria Sole non ha sviluppato l’utero e quindi non può rimanere incinta.
In Italia ancora il trapianto di utero non è una strada percorribile, ne è stato eseguito uno in via sperimentale a Catania ma non è ancora una prassi consolidata.
Quindi a Maria Sole vengono prospettate due ipotesi per diventare madre: l’adozione o la cosiddetta gestazione solidale.
La normativa sulla gestazione solidale è però ad oggi ancora molto complessa.
Gestazione solidale: che cos’è?
Con gestazione solidale si intende la gestazione per altri senza alcun compenso. Sappiamo infatti che in Italia la surrogazione di maternità sotto compenso è vietata dalla legge e si rischia sia la reclusione sia una sanzione pecuniaria.
La gestazione solidale invece, che non prevede alcun tipo di compenso, non è vietata ma burocraticamente molto complessa.
Ragazze come Maria Sole rivendicano il loro diritto alla maternità e chiedono una maggiore chiarezza normativa che possa permettere di coronare il proprio desiderio di maternità.
Tramite la gestazione solidale infatti Maria Sole e il marito potrebbero diventare genitori con l’aiuto di un’altra donna disposta a sottoporsi alla fecondazione assistita e a portare a termine la gravidanza.
Si chiede dunque una maggiore chiarezza normativa su un tema molto delicato.