Sarà che fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo, che tutti si sentono in dovere di aiutarci. Tutti ci vogliono dire cosa fare, come fare, quando fare.
Sarà che essere una madre, anche appena sufficiente, non dico manco eccellente, è complicato, sarà che i più ci vedono incasinate, esasperate, stanche, esaurite. Sarà che, spesso, oltre i figli, ci sono lavori dentro e fuori casa, ed il cosi detto carico emotivo. Sarà questo, sarà altro, non saprei ma, di fatto, dal prossimo congiunto all’estraneo, ci vogliono tutti aiutare. Aiutare, dicendo cosa sbagliamo e cosa migliorare.
Se sei una studentessa, non ci sono amiche ed amici che ti danno dritte su come imparare meglio.
Se sei una professionista, non ci sono colleghi che ti dicono le cavolate che fai ed i margini di miglioramento che hai.
Se sei un’amica, una sorella, una figlia si litiga, a tratti, si possono anche rinfacciare difetti, quando ci sono momenti di tensione, ma nessuno ti mette sotto un microscopio alla ricerca di errori, dando come lapalissiani certi tuoi comportamenti sbagliati rispetto a quelli che dovresti tenere.
Ma quando sei mamma, la musica cambia.
Quando sei mamma, tutti hanno da osservare, dire, criticare, consigliare. Ovviamente, nel tuo bene. Ovviamente, ritenendo che uno sguardo esterno sia automaticamente autorevole, lucido, obiettivo.
Quando sei mamma, ci sono mamme che la sanno lunga, più preparate di te: quelle che hanno figli trent’anni più grandi dei tuoi (per cui non si ricordano una mazza, buon per loro); quelle che stanno per avere figli (per cui non sanno quello che le aspetta); quelle che figli non ne hanno proprio (ma sul tuo, di figlio, sanno tutto).
Ci sono le mamme della teoria: a prescindere dall’avere avuto bimbi in casa, hanno letto enciclopedie sull’argomento, e ti vogliono sottoporre la disamina preparata, alla luce della quale sei una mamma da risvoltare come un calzino.
Ci sono le mamme dai figli migliori: applicherebbero le loro regole anche ai tuoi di figli, perché i modelli che hanno messo al mondo, se non sono certamente replicabili per dna superiore, potrebbero quanto meno essere di ispirazione.
Ci sono mamme temporanee: cioè nonne, zie, cugine, nipoti, amiche, che siccome gli lasci il figlio per andare a fare una visita medica, una cena di coppia, una trasferta di lavoro, fosse anche una volta l’anno, credono di poterti stravolgere l’educazione dei figli, come se delegare fosse abdicare.
Fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo, è chiaro. Lo sappiamo. Per questo, leggiamo, ci informiamo, chiediamo. Si va a tentativi, a volte. Si improvvisa, altre. Si pianifica, si struttura, si fa sempre ciò che crediamo sia il meglio per loro.
Ma ricordatevi: come conosciamo noi i nostri figli, non li conosce nessuno. Per cui non dispensateci consigli, ne abbiamo sempre troppi, e, se non ve li abbiamo chiesti, con molta probabilità non ne seguiremo neanche uno.