La notizia ha fatto velocemente il giro del mondo: a Barcellona, un bambino di sei anni è stato ricoverato nei giorni scorsi d’urgenza per aver contratto la difterite, malattia pericolosissima che è causata dal batterio Corynebacterium diphtheriae.
Una volta entrati in contatto con il batterio (che si diffonde per via aerea), i sintomi principali sono febbre moderata e forte mal di gola. Infatti, il batterio si insidia in gola e porta alla formazione di una membrana che, in poco tempo, può portare alla morte per soffocamento; nel caso in cui si riesca a sopravvivere le probabilità di riportare paralisi e danni permanenti agli organi vitali sono molto elevate.
Contro la difterite, esiste un vaccino che, in Italia, viene somministrato ai neonati sin dal 1920 e, dagli anni Settanta (da quando la somministrazione è praticamente estesa a tutto il territorio), è stata in sostanza debellata.
Tuttavia, periodicamente, nel mondo si ripresentano casi di bambini che si ammalano di difterite: oltre al bimbo spagnolo (primo caso nella penisola iberica dopo 30 anni), qualche anno fa si era ammalato un bambino inglese che, anche lui non vaccinato, era entrato in contatto con il batterio, portato da uno zio di rientro da un viaggio in Africa.
La notizia ha sollevato di nuova la questione sui vaccini, aprendo il dibattito fra quanti sono contrari a vaccinare i propri figli e quanti, invece, sono favorevoli e vedono nelle decisioni altrui di non vaccinare un serio pericolo per la collettività e il ritorno di malattie che si credevano debellate nel mondo occidentale.
Prendere una posizione su queste decisioni così delicate e importanti non è certo facile: di certo, informarsi a riguardo è senz’altro consigliato, facendo ben attenzione alle fonti che si scelgono che, in ogni caso, devono avere un’autorevolezza e una preparazione scientifica di indubbio valore.