Lo spuntino leggero in pieno travaglio, come testimonia uno studio pubblicato su una rivista britannica a carattere scientifico (la Obstetrics & Gynecology), può in alcuni casi favorire il lavoro dei muscoli dell’utero e velocizzare così i tempi del parto. Ecco tutti i pro ed i contro.
Travaglio: quando è ammesso lo spuntino
I risultati di uno studio condotto su un campione di 3982 donne in travaglio e pubblicati nel 2017 sulla rivista scientifica britannica Obstetrics & Gynecology, stabiliscono come il giusto apporto di carboidrati e una buona idratazione possano migliorare l’attività dell’utero e ridurre i tempi del travaglio di circa 16 minuti, rispetto alle donne a cui viene imposto il digiuno.
Nella fase iniziale, nota con il termine tecnico di prodromica, la futura mamma è libera di mangiare tutto ciò che desidera a patto che prediliga alimenti leggeri e di facile digeribilità come pane, cracker, formaggi magri e cereali. Via libera anche ai liquidi dissetanti come acqua, succhi di frutta, tè e bevande isotoniche.
Nella fase di dilatazione, è possibile recuperare le energie con un cucchiaino di miele o della frutta secca.
Durante la fase espulsiva, invece, è preferibile solo assumere liquidi, a condizioni che non vi siano rischi di cesareo.
I casi in cui lo spuntino è sconsigliato
Le pratiche cliniche sconsigliano l’assunzione di cibi (anche leggeri) in casi di parto programmato e di partoanalgesia in quanto l’assunzione di oppioidi riduce i tempi relativi allo svuotamento gastrico, favorendo la possibilità di vomito e reflusso.
Qualora durante il travaglio dovessero verificarsi le condizioni necessarie per procedere con un cesareo d’urgenza, sarà lo stesso personale medico ed ostetrico a consigliare il digiuno, per evitare di ricorrere all’aspirazione del contenuto gastrico che, in passato, ha comportato la polmonite ab ingestis.
Qualsiasi siano le procedure previste per il parto, nessuna futura mamma deve mai rinunciare a bere acqua, per evitare la disidratazione. Durante il travaglio, infatti, si perdono molti liquidi attraverso la sudorazione e gli sbalzi di temperatura causati naturalmente dallo sforzo.
In genere è da preferire l’acqua naturale, ma possono anche andare bene le bevande isotoniche (quelle utilizzate dagli sportivi, per intenderci) in quanto forniscono al corpo il giusto apporto di sali minerali. Ottimi anche il tè, la camomilla, i succhi di frutta oppure le tisane.
Sono assolutamente sconsigliate le bevande gassate anche se difficilmente le future mamme in travaglio le richiedono. L’anidride carbonica in esse contenuta favorisce infatti la fermentazione.
In conclusione, uno spuntino leggero e sfizioso può solo fare bene alla mamma, agevolando e velocizzando i tempi di espulsione e riducendo i dolori del travaglio, a meno che non sia lo spesso personale ospedaliero a consigliare il digiuno a causa di particolari condizioni venutesi a creare.