Tuo figlio piange disperatamente, ma non hai la minima idea di cosa voglia comunicarti? Niente paura! Sarà sufficiente non andare nel panico ed esercitare un ascolto consapevole, ovvero che ti consenta di interpretare il pianto del neonato e capire cosa ti vuole dire.
L’abbiamo sentito dire tante volte: i neonati per comunicare con il mondo esterno ed esprimere un proprio disagio o una propria esigenza piangono, perché non sanno fare altro. Ma come riconoscere le diverse tipologie di pianto e come decriptare in maniera corretta questo “linguaggio” complesso e apparentemente incomprensibile? L’esperienza sul campo e i suggerimenti degli esperti possono aiutare le mamme a comprendere i diversi significati del pianto, imparando a distinguere le principali caratteristiche con cui esso si manifesta. Di seguito proponiamo le più comuni tipologie di pianto:
1) Il pianto da fame: è un pianto insistente e caratterizzato da suoni acuti. Generalmente è accompagnato da movimenti specifici, come l’apertura e la chiusura della bocca alla quale il bambino avvicina le mani a pugno (come se intendesse mimare la poppata).
2) Il pianto da sete: si tratta di un pianto che si manifesta soprattutto nelle giornate particolarmente calde o quando il bambino ha assunto un pasto troppo calorico o, comunque, in grado di stimolargli la sete.
3) Il pianto da dolore: è un pianto inconsolabile, caratterizzato da strilli acuti, cui possono seguire brevi pause di silenzio. Esso, generalmente è legato a tre principali cause: la dentizione, le coliche e il mal d’orecchio.
4) Il pianto da noia: in questo caso il neonato dà vita ad un piagnucolio intermittente, col quale intende attirare l’attenzione. Sta comunicando, in altri termini, il desiderio di essere considerato e intrattenuto.
5) Il pianto da stanchezza: si tratta di una specie di lamento sommesso, accompagnato dal movimento della testina da destra a sinistra. Esso si manifesta soprattutto nelle ore serali, quando il piccolo desidera riposarsi.