La gravidanza è una fase delicata da vivere con la massima serenità e sicurezza, per far sì che sia un momento felice e rilassato da ricordare per sempre. Vivere i 9 mesi di dolce attesa con maggiore tranquillità significa, in primo luogo, assicurarsi che il bambino stia bene.
Esistono numerosi esami prenatali per verificare che il feto sia in buona salute: tra questi, i più attendibili, ma anche i più invasivi, sono la villocentesi e l’amniocentesi. Due esami facoltativi, proposti alle mamme che hanno superato i 35 anni, a chi ha riscontrato valori anomali nei test di pre screening e a chi vuole avere una sicurezza in più. Amniocentesi e villocentesi, espongono però la mamma ad un maggiore rischio di aborto e potrebbero lesionare il feto.
Oggi la scienza sembra spuntare una tecnica rivoluzionaria in grado di cambiare per sempre il mondo degli esami prenatali, garantendo affidabilità e massima sicurezza per mamma e bambino.
Si tratta del G-Test, il test genetico prenatale, che si può effettuare tramite un semplice prelievo del sangue.
Il sangue materno, infatti, contiene, in concentrazione minore, il DNA del bambino: è proprio isolando quest’ultimo ed analizzandolo, che è possibile ottenere un ampio numero di informazioni preziose, senza correre alcun rischio.
Il G-Test, consigliabile a partire dall’11 settimana di gravidanza, analizza 4 coppie cromosomiche (a differenza della villocentesi o dell’amniocentesi che invece indagano l’intero assetto cromosomico) e permette di scoprire le anomalie cromosomiche del feto che possono scatenare alcune patologie come la sindrome di Down, la sindrome di Edwards, la sindrome di Patau e le cromosomopatie del sesso.
Il responso, ottenibile in 20 giorni, ha un’affidabilità del 99%, ed in caso di risultato positivo, suggerisce un maggior approfondimento, a seguire, con una villocentesi o un’amniocentesi, entrambe offerte gratuitamente dal servizio sanitario nazionale.
Il G-Test ha un costo di circa €1200 e per ora è presente solo in alcuni laboratori selezionati d’Italia.