Molte volte capita che un bambino dica sempre no a tutto ribellandosi per qualsiasi cosa gli venga proposta. Eppure è bene considerare che in molti casi dietro a quella serie di no si nasconde un forte desiderio di avere attenzioni. Ecco perciò qualche utile approfondimento in merito a questo aspetto.
La fase dei “no” a tutto
C’è una fase della vita dei bimbi, ovvero quella che va tra i 4 e gli 8 anni, in cui potrebbe succedere che siano sempre pronti a dire di no a qualsiasi tipo di cosa. Dal collaborare per fare qualcosa fino al farsi vedere mentre si gioca e così via. La rabbia e il senso di opposizione in molti casi celano un bisogno d’amore e una richiesta di attenzioni affettuose. Si innescano infatti dei circoli viziosi nella mente di un genitore che è portato a pensare a provocazioni da parte dei bambini e ciò potrebbe dare origine anche a dei contrasti. Può succedere infatti che i bambini si sentano visti solo “al negativo”: il che significa che l’attenzione viene prestata solo quando non riescono o non vogliono fare qualcosa da soli, oppure se combinano guai.
Lo sguardo dei genitori per un bambino non è solo importante, ma vitale! Sicuramente però è bene andare oltre l’atteggiamento che ha il bambino cercando di dare positività anche al suo senso di ribellione, facendolo sentire compreso.
Come comportarsi di fronte alla ribellione?
La cosa principale è aiutare il bambino a costruirsi un’identità in senso positivo: il che significa che bisogna dare valore ai lati positivi caratteriali.
Per esempio se si invita un bambino a vestirsi da solo non deve passare il messaggio “fallo tu così mi libero di un peso”, ma l’idea “sei capace di farlo in autonomia e sono contento di vedere che diventi grande”.
Il dialogo col bambino deve sempre essere molto schietto facendo sì che la sua rabbia venga capita e non vista come qualcosa che determini senso di dispetto e contrasti. Ognuno deve trovare le parole e i tempi giusti ma non si deve mai originare un braccio di ferro.
Se il bambino si ribella o diventa oppositivo è perché così è certo di attirare l’attenzione e lo sguardo dei genitori. Meglio essere visto come una peste che non essere considerato per niente.
E’ importante a questo punto fare in modo che la sua rabbia non diventi spunto di litigio, ma tramite per l’ascolto.