Un autentico dramma quello che sta vivendo la Nigeria: si è aperto un vero e proprio commercio di bambini con annesso sfruttamento di donne povere locali.
Una vera e propria “fabbrica di bambini” a Lagos
La povertà in Africa è una delle piaghe più importanti del mondo attuale. La Nigeria negli ultimi anni ha avuto una notevole sterzata dal punto di vista economico, ma la povertà e il traffico degli esseri umani sono ancora una piaga molto diffusa, come dimostra la notizia di una serie di arresti di persone che abusavano di giovani donne povere per far nascere bambini da vendere.
Una vicenda che in poche ore ha raggiunto le cronache nazionali di gran parte dei paesi del mondo: un autentico commercio che faceva capo a due donne arrestate a Lagos, la capitale nigeriana. In particolare erano queste due a gestire il traffico di bambini e a detenere in condizioni di vera e propria schiavitù giovani donne povere, attirate con l’inganno e costrette a rapporti sessuali. Questi avevanocome unico fine quello di farle concepire bambini al fine di venderli.
Una vera organizzazione criminale sgominata
Quella che è stata smembrata nella città di Lagos è una banda criminale che aveva come unico scopo quello di lucrare su bambini nati da violenze.
Infatti venivano detenute all’interno di spazi che gli inquirenti hanno paragonato a delle gabbie per animali delle giovani donne che venivano costrette a rapporti con uomini diversi. La cosa più angosciante è stata il ritrovamento di un vero tariffario: cinquecentomila naire nigeriane (quasi 1300 euro) per i maschi, mentre trecentomila (circa 800 euro) per le femminucce.
Senza dimenticare che anche durante il periodo della gravidanza vi era uno stretto controllo sulle donne che venivano trasferite in appartamenti a vista fino al momento del parto, quando il neonato vebiva strappato alle braccia della madre per dare il via alla compravendita. Un sistema ben organizzato ma che ha dimostrato di avere tanti punti deboli che alla fine sono costati cari.
Le due donne arrestate facevano anche da infermiere pur non avendo studiato mai nell’ambito, il che ha messo a serio rischio la vita delle donne e dei loro nascituri. A seguito dell’intrevento della polizia, sono state liberate 19 donne in stato di gravidanza (tra i 15 e i 28 anni) e 4 bambini.