Vi capita, guardando la stanza di vostro figlio, di pensare a quanti giochi abbiano i bimbi di oggi? Vi capita di soffermarvi a riflettere, quando domandano questo o quello, se non abbiano già troppo? E vogliamo parlare dei compleanni, quel rito di scartare i regali, uno dopo l’altro, durante il quale, a volte, non c’è meraviglia nei loro occhi?
Ognuno ha la propria storia, i propri ricordi di bambino ed anche una diversa situazione economica, ovvio. Nella maggior parte dei casi, comunque, sembra che i nostri figli abbiano molto di più rispetto al passato, forse troppo anche rispetto a ciò che abbiano la capacità di desiderare.
Li cresciamo, e non è una novità ormai, iperstimolati, con cose ed esperienze, spesso anticipando il momento giusto.
Quando non hanno neanche un anno, ci domandiamo cosa possiamo comprare per farli giocare. Non hanno ancora scoperto le loro manine, ma non importa, noi compriamo, compriamo, perché non si sa mai.
È una corsa, non sempre motivata, ad anticipare. E, tra le cose che anticipiamo, credo ci siano anche i loro desideri.
Compriamo, regaliamo, come non ci fosse un domani. A discapito, a volte, della loro curiosità, della lenta scoperta di un gioco, dell’emozione, del ringraziamento profondo per aver ricevuto un regalo.
L’esempio più eclatante è una tipica festa di compleanno.
Qui, a Milano, c’è il rito di scarta la carta. Verso la fine della festa, si sente la voce di qualcuno che dice scarta la carta. Comincia una specie di litania e tutti in coro gridano “Scarta la carta”. In mezzo c’è il festeggiato ed attorno bambini e genitori che passano i regali.
Viene spacchettato tutto in gran fretta. E, vien da sé, più invitati ci sono, più pacchetti si saranno. E lo si fa tutto in gran velocità, perché c’è chi deve andar via, chi vuole tornare a giocare.
Non c’è emozione, sorpresa, nel bambino che apre. È quasi una catena di montaggio. Uno passa, lui apre, qualcuno prende il regalo, qualcun altro la carta e di nuovo si fa il giro.
E, se per il compleanno ricevere regali è lecito, normale, è tutto il rito attorno un po’ inquietante, anche perché i regali si susseguono nei giorni, al di là delle ricorrenze.
Donare regala grande emozione, quando vedi la felicità nei loro occhi. Ricevere, scartare, immaginare, desiderare, è sempre stata fonte di impazienza e poi di sorpresa e meraviglia.
Ecco, io mi domando se stiamo togliendo loro qualcosa, se li stiamo privando di quell’anelare alle piccole grandi cose, che è un tassello importate, utile, per la loro crescita.
Voi cosa ne pensate?