Un vaccino sperimentale contro la clamidia. La medicina è in procinto di fare un grande passo avanti per combattere una malattia a trasmissione sessuale che interessa un numero sempre maggiore di persone, in prevalenza donne tra i 16 e i 25 anni. Lo studio che potrebbe portare allo sviluppo di un vaccino contro la clamidia è stato condotto da ricercatori danesi dello Statens Serum Institute in collaborazione con un team di ricercatori inglesi dell’Imperial College of London. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Infectious Diseases e riporta i risultati positivi della prima fase di trial, che ha coinvolto un campione di 35 donne. In questa prima fase il prodotto sembra non avere effetti sulla salute delle donne sottoposte a vaccinazione, le quali hanno avuto una forte risposta immunitaria.
La clamidia, una malattia silenziosa e pericolosa
La clamidia è una malattia batterica a trasmissione sessuale molto diffusa, che può avere conseguenze fisiche importanti, in particolare sulle donne. La clamidia, se non diagnosticata in tempo o se non curata bene, può portare a infertilità e può portare a serie complicazioni per il feto se a essere colpita è una donna incinta. Fino ad oggi non è possibile prevenire il contagio della clamidia se non usando il profilattico durante i rapporti sessuali. I sintomi più comuni della clamidia, che talvolta si presenta anche in modo asintomatico, sono dolori nell’urinare, macchie rosse e prurito genitale, dolore durante i rapporti sessuali e dolori ai testicoli per gli uomini. Se diagnosticata, la clamidia viene solitamente curata con terapia antibiotica. Oggi sono circa 131 milioni i nuovi casi di clamidia che si presentano ogni anno in tutto il mondo. In Italia, secondo uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità, i casi sono raddoppiati dal 2010 al 2016.
Le prossime fasi per il vaccino contro la clamidia
I risultati del primo trial dello studio pubblicato su Lancet sono incoraggianti e fanno ben sperare in un vaccino che possa contrastare la diffusione della clamidia. Tuttavia, come hanno chiarito gli stessi ricercatori presentando i loro risultati, la strada da percorrere è ancora lunga. Il campione analizzato, infatti, è limitato e ci potrebbero essere effetti collaterali del vaccino da valutare prendendo in analisi, nei prossimi step, un campione più ampio.