Un bambino ha bisogno di giocare. Non soltanto perché, con il gioco, si impara a sperimentare, a muoversi nel mondo, a diventare autonomi e indipendenti, ma anche perché, giocando nella maniera corretta, si impara ad essere più gentili.
E’ quanto afferma Luca Nardi, laureato in Scienze Motorie al SUISM di Torino ed esperto in etica dei giochi di movimento. Nel gioco corporeo, il bimbo acquisisce nuove competenze psicomotorie, cognitive, relazionali e affettive, come appunto la gentilezza. Come lo stesso Nardi sostiene: “La gentilezza, quella con il cuore, ha tutti gli elementi per garantire il benessere e la crescita della persona a livello individuale e sociale. Far conoscere e imparare la gentilezza attraverso il gioco, significa impiegare un linguaggio universale, accettato da tutti, piccoli e grandi”.
Ecco che nel libro Giochi del cuore: 80 attività ludiche in movimento per bambini da 3 a 5 anni (edito da Calzetti & Mariucci, 2013), Nardi illustra una serie di giochi specifici divisi fasce d’età, caratterizzati da una serie di attività mirate alla crescita di bambini “gentili”. In particolare, l’esperto Luca Nardi ha individuato: i giochi del cuore (2-5 anni); i giochi della gentilezza (6-13 anni); i giochi delle virtù gentili (dai 14).
Ma di cosa di tratta esattamente? I giochi del cuore e della gentilezza sono giochi di movimento “etici”, da fare all’aperto o in uno spazio coperto, in cui viene messa in primo piano la semplicità, valorizzando l’importanza delle cose autentiche. L’idea alla base di questi giochi è quella di insegnare ai bambini la capacità di accontentarsi e di divertirsi in modo immediato, con l’utilizzo di oggetti semplici e facilmente reperibili (mollette, foglie di giornale, piatti di carta, elastici ecc…), da rielaborare con la fantasia.
In questo modo vengono stimolate creatività, memoria e comunicazione, favorendo nei bambini già in età prescolare un’equilibrata crescita motoria, relazionale e psicologica. I giochi del cuore e della gentilezza sono rivolti a insegnanti, educatori e professionisti, ma anche genitori, che vogliono giocare con i propri bambini in maniera sana e divertente. Giocare per imparare la gentilezza è quindi possibile.