Quando si aspetta un bimbo, le future mamme, soprattutto quelle alla prima gravidanza, iniziano a preparare il corredino così come anche il proprio abbigliamento, per prepararsi bene alla nascita del piccolo. Ma se tra le tantissime cose acquistate o regalate per il nascituro ce ne sono almeno la metà che non verranno mai usate (ergo del tutto inutili) altrettante ce ne sono tra il “corredo” della futura mamma che, spinta anche dalle proposte commerciali che durante gli ultimi mesi di gravidanza sembrano sommergerla, finisce per acquistare creme per preparare i capezzoli, salviette detergi capezzoli (come se tra una poppata e l’altra dovessimo posarli per terra!) oppure reggiseni ultra trendy che si slacciano col battito delle ciglia in modo da lasciare le mani libere.
Ma a parte l’ironia, c’è una cosa che ci fanno credere sia indispensabile e della quale, invece, potremmo fare tranquillamente a meno: le coppette assorbilatte. Non ci credete? Provare per credere. Ma occorre fare delle puntualizzazioni, perché se è vero che non sono indispensabili, non è nemmeno vero che non possano comunque tornare utili. Infatti, il loro utilizzo potrebbe ridursi solamente al momento in cui ci troviamo fuori casa, dove il rischio macchia sulla maglietta potrebbe metterci in imbarazzo. Dentro casa però sarebbe meglio lasciarle nella loro confezione e il motivo è molto semplice, oltre alla spesa.
Infatti, proprio quando sembrerebbe che ne sia la necessità maggiore, quindi quando il seno gocciola tra una poppata e l’altra, sarebbe bene tenere il seno scoperto e farlo asciugare. L’utilizzo delle coppette può facilitare la comparsa di ragadi qualora l’attacco del bambino non sia perfetto, e il capezzolo umido potrebbe “macerare”. Questo significa che sarà più soggetto a lacerazioni e infezioni. Ovviamente si parla di utilizzo prolungato, come detto in precedenza se si deve uscire le coppette assorbi-latte possono tornare utili. Dopo la poppata, invece, sarebbe bene far asciugare il seno all’aria e, per inciso, non è necessario né lavarlo, né disinfettarlo con salviette.