I risultati di una ricerca presentata alla 177ª riunione dell’Acoustical Society of America e tenutasi a Louisville sono a dir poco sorprendenti. Secondo i dati ottenuti su un campione di 24 bambini, è più facile imparare nuove parole dai coetanei piuttosto che dagli adulti.
I bambini sono insegnanti migliori dei grandi
I bambini in età da apprendimento sono delle spugne. Il loro cervello raccoglie informazioni dal mondo che li circonda. Partendo da queste considerazioni è stata effettuata una ricerca, presentata alla 177esima edizione dell’Acoustical Society of America. Lo studio si basa sostanzialmente su due esperimenti condotti su un campione di 24 bambini in età compresa tra i 2 ed i 3 anni. Lo scopo di tale ricerca era quello di capire chi, tra un gruppo di adulti e di ragazzini tra gli 8 ed i 10 anni, avesse maggiore influenza sulla strutturazione del linguaggio dei bambini. Il primo test consisteva nella riproduzione di due videoclip in cui venivano recitate delle semplici filastrocche. La seconda prova (ed anche quella più interessante da un punto di vista del risultato), invece, prevedeva l’insegnamento mediante stimoli sonori e visivi di nuove paroline da gruppi di persone di età differente. La maggior parte dei piccoli in esame risultava più attratta dalla metodologia adottata dai ragazzini piuttosto che dagli adulti, tendendo a memorizzare più facilmente i nuovi vocaboli e ripetendoli senza alcuna difficoltà.
Bambini ed apprendimento sociale selettivo
Durante i due esperimenti, i piccoli dedicavano circa il 40% del loro tempo prestando attenzione ai ragazzini anziché agli adulti, mostrandosi maggiormente coinvolti. Tendevano, infatti, a sorridere ed a muovere la bocca più facilmente, riproducendo i medesimi suoni proposti dagli altri bambini. L’autrice dello studio, nonché ricercatrice dell’Università Statale dell’Ohio, Yuanyuan Wang, ha dichiarato che i dati ottenuti dimostrano le implicazioni nell’apprendimento sociale selettivo dei bambini, secondo cui imparano mediante l’osservazione di altre persone (che diventano dei veri e propri modelli da imitare). In particolare, i piccoli selezionano ed entrano più in sintonia con quei modelli il cui timbro della voce ed il tono sono molto simili al loro.