Il cervello dei neonati è capace, sin dalle primissime ore di vita, di rielaborare gli stimoli che arrivano dall’esterno: a rivelarlo è una ricerca condotta da un team dell’Università di Padova che ha studiato i meccanismi con cui i bebè si rapportano al mondo che li circonda.
Lo studio sul cervello dei neonati
Il cervello dei neonati, a differenza di quanto si pensava fino a poco tempo fa, è una vera e propria spugna sin dalle prime ore di vita: infatti pare che i bebè comincino subito a rielaborare in modo attivo tutti gli stimoli che arrivano loro dall’esterno e a rivelarlo è una ricerca pubblicata di recente sulla rivista specializzata Current Biology.
Lo studio, realizzato presso il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova ha visto all’opera un team di esperti coordinato da Teresa Farroni: l’obiettivo era capire in che modo le sensazioni visive, olfattive e uditive vengano percepite dai neonati.
E i risultati sono stati sorprendenti perché praticamente subito dopo la nascita i bimbi, pur bombardati letteralmente dagli input di un mondo per loro totalmente estraneo, riescono in un certo modo a selezionare e usare le informazioni che arrivano dai diversi canali sensoriali, rielaborando lo spazio circostante e il movimento degli oggetti presenti in esso.
Il test e la competenza multisensoriale
Secondo lo studio questa facoltà è molto importante per consentire un più veloce adattamento all’ambiente in cui si trovano e che, come è noto, rappresenta uno dei processi fondamentali per la sopravvivenza che avvengono nel cervello.
Per arrivare a questa conclusione, la Farroni e il suo gruppo di ricerca hanno coinvolto un gruppo di neonati a cui venivano presentati in contemporanea due video che mostravano oggetti in avvicinamento oppure allontanamento, mentre dei suoni simulavano il movimento spaziale attraverso intensità sonore più o meno forti.
Si è scoperto che i bebè avevano tempi di “fissazione visiva” maggiori per il video in cui c’era una congruenza tra la posizione spaziale dell’oggetto e il suono ad esso associato. “Le nostre ricerche mostrano come i neonati abbiano fin da subito delle aspettative su come gli oggetti debbano muoversi intorno a loro” ha spiegato la Farroni, aggiungendo che quindi si può elaborare attivamente un ambiente complesso già nelle prime ore di vita grazie a una sorta di competenza multisensoriale davvero precoce.