Scoprire di essere in dolce attesa è uno dei momenti più belli nella vita di una futura mamma, un mix di entusiasmo, eccitazione e anche un po’ di paura.
Per far sì che la gravidanza proceda per il meglio, è opportuno sottoporsi a una serie di analisi che possano individuare eventuali problemi.
Come si sviluppa l’embrione nel primo trimestre
Il primo trimestre vede impegnato l’embrione nella sua formazione principale cominciando dalla formazione della placenta con l’aggiunta del sacco vitellino e dell’importantissimo cordone ombelicale ed intorno al 23° giorno, assume l’aspetto definitivo con l’inizio dei battiti cardiaci.
Eventuali perdite di sangue in questo periodo non significano assolutamente un aborto, spesso sono normali, ma è bene avvertire il ginecologo immediatamente, non prendere medicinali se non prescritti e cominciare ad assumere l’acido folico fondamentale per evitare alcune malformazioni.
Intanto il feto continua a crescere notevolmente all’interno dell’utero, si formano la testa in cui si intravedono le tracce delle orecchie e degli occhi, anche il sistema nervoso centrale comincia a formarsi così come il fegato, i reni, i muscoli e le ossa.
Alla 6° settimana si abbozzano gambe e braccia mentre un grappolo di cellule si apprestano a trasformarsi in testicoli, oppure ovaie, stabilendo il sesso del nascituro ed il cuore si suddivide nei due atri raggiungendo i 150 battiti al minuto.
Tra l’8° e la 11° settimana è consigliabile un primo controllo ecografico ed una visita ginecologica completa per valutare l’annidamento del feto e la posizione dell’utero.
Seguirà poi un insieme di analisi del sangue e delle urine che dovranno escludere infezioni, problemi particolari, diabete e lo stato immunologico della mamma verso malattie come la toxoplasmosi.
Contemporaneamente ai controlli materni, l’embrione diventa feto e proprio l’11° settimana è la fase più critica per lo sviluppo di eventuali anomalie genetiche e per la formazione definitiva degli organi vitali portandolo ad una misurazione che va tra i 44 e i 6o mm dalla testa al sacro ed al peso di circa 8 gr.
Alla fine della 12° settimana saranno sviluppate le iridi e l’udito.
Il piccolo è in grado di succhiare, sbadigliare e deglutire, ma, naturalmente, sono tutti movimenti compiuti in maniera involontaria.
In tutta la durata del primo trimestre i disturbi elencati inizialmente tendono ad accentuarsi nella mamma che avvertirà maggiormente le nausee mattutine, il bruciore di stomaco, una sensazione di spossatezza unita a sbalzi di umore che spesso la porterà ad un pianto inspiegabile.
Gli esami da effettuare nel primo trimestre di gravidanza
Vediamo insieme quali esami vanno effettuati durante il primo trimestre di gravidanza (Dalla 1° alla 12° settimana):
- Visita ginecologica: innanzitutto, tra l’ottava e la dodicesima settimana di gravidanza è fondamentale eseguire un controllo ginecologico per accertarsi dello stato di salute della madre, stabilire un limite di peso da non superare durante i nove mesi, e infine per calcolare la data del parto.
- Ecografia del primo trimestre: va eseguita entro la tredicesima settimana, e serve a confermare la gravidanza in corso, l’eventualità di essere in attesa di gemelli e la qualità del battito cardiaco.
- Emocromo: individua eventuali infezioni in atto o presenza di anemia.
- Esame delle urine: stabilisce la presenza o meno di batteri da debellare.
- Transaminasi: il loro valore permette rivelare una sofferenza epatica o segni di gestosi.
- Test di Coombs indiretto: si tratta di uno screening del sangue della gestante che verifica l’eventuale presenza di anticorpi che attaccano i globuli rossi del feto. Questa eventualità è più probabile nel caso in cui il sangue della madre è Rh negativo e quello del padre Rh positivo: come risultato, il gruppo sanguigno del feto potrebbe essere Rh positivo.
- Rubeo test: serve a stabilire se la madre ha contratto la rosolia o se è stata vaccinata.
- Elettroforesi dell’emoglobina: svela se la gestante è portatrice sana di talassemia.
- VDRL – TPHA: individuano l’eventuale presenza di sifilide.
- Glicemia: misura i valori del glucosio nel sangue.
Gli esami previsti dalla legge ed esenti dal ticket
- Esame delle urine con urinocoltura se ci sono infezioni.
- Gruppo sanguigno e fattore Rh, se non si conoscono.
- Test di Coombs ogni mese se la madre ha un fattore Rh Negativo; conoscendo il gruppo sanguigno del padre si verifica la possibile incompatibilità Rh tra la madre e il feto.
- Glicemia e minicurva da carico di glucosio; indaga sulla presenza di stati diabetici che si aggravano con la gravidanza.
- Emocromo completo con cui si rileva la quantità e le caratteristiche di globuli rossi, bianchi e piastrine; da ripetere periodicamente se si scoprono anemia, anomalie o infezioni.
- Toxotest per la Toxoplasmosi, malattia che si trasmette da animali (gatto e/o feci) o cibo infetto (crudo e/o non lavato accuratamente) al feto provocando aborti o ritardi mentali; da rifare ogni mese; si può impedirne la trasmissione con specifici antibiotici.
- Transaminasi ALT e AST, enzimi che in quantità elevate nel sangue comunicano danni epatici.
Rubeo test, Rosolia, se la mamma non è a conoscenza della propria immunità; il contagio in gravidanza può portare ad aborto, morte fetale o infezioni. - VDRL-TPHA Sifilide, l’infezione recente si può trasmettere al feto causando malformazioni.
- HIV, con trattamenti specifici e parto cesareo si riduce la possibilità di trasmissione madre-figlio.
- Lupus Anticoagulante o Anticorpi Anticardiolipina, che altera la coagulazione del sangue portando ad aborti.
Gli esami a pagamento o esenti se la gravidanza è a rischio
- Emoglobina, in caso di anemia, ne determina la specificità.
- Citomegalovirus, un’infezione che se non trattata implica danni temporanei o permanenti al feto.
Altre indagini su richiesta del medico:
- Ultrascreen, test biochimico del sangue che valuta la quantità di BHCG e PAPP-A
- Translucenza Nucale, entrambi evitano tecniche invasive come l’Amniocentesi e possono individuare patologie cromosomiche, come la Sindrome di Down e la Trisomia 18.
Inoltre, i genitori dovranno comunicare al medico le proprie storie cliniche e quelle delle rispettive famiglie, eventuali comportamenti rischiosi per la salute o situazioni sospette.
Altri esami o modifiche del proprio stile di vita saranno considerati solo se ci sono sintomi nuovi o risultati anomali dei test.