Se fino a qualche tempo fa servivano diverse ore per fare uno screening accurato dei piccoli polmoni dei neonati, al fine di individuare eventuali problemi di respirazione, una nuova tecnica agli ultrasuoni messa a punto in Australia potrebbe rappresentare una svolta in ambito medico.
Gli ultrasuoni per il monitoraggio dei neonati
Come è noto, specialmente nel caso di coloro che sono nati prematuramente, la possibilità di poter “osservare” e monitorare il primo respiro di un neonato assume una rilevanza decisiva per rilevare in modo tempestivo eventuali problemi all’apparato respiratorio.
Ecco perché la comunità scientifica ha accolto con favore la messa a punto di una nuova tecnica, basata sugli ultrasuoni, da parte di un team di ricerca australiano.
Lo studio è stato condotto dalla Monash University di Melbourne, in coordinamento con una struttura sanitaria locale, e ha spiegato per la prima volta come usare gli ultrasuoni per monitorare i polmoni del neonato nel momento in cui esala il suo primo respiro: lo scopo della ricerca era quello di approntare una tecnica più efficace per prevenire i problemi respiratori nei bimbi piccoli, oltre che ridurre il tasso di mortalità infantile quando vengono al mondo prematuramente.
Osservare il primo respiro di un bimbo
I risultati dello studio avranno infatti un impatto importante sullo screening di coloro che nascono prima dei classici nove mesi: nel loro caso, infatti, non bastano pochi minuti per adattarsi all’ambiente esterno una volta fuori dalla pancia della mamma, ma è necessario più tempo per espellere tutto il liquido ancora presente nei loro polmoni.
Di conseguenza, il monitoraggio richiede diverse ore e non è possibile valutare immediatamente l’incidenza, a volte mortale, di alcuni problemi respiratori.
Con la tecnica basata sugli ultrasuoni, che si avvale di vere e proprie immagini “scattate” a pochi minuti dalla nascita, ciò sarà possibile e i primi dati clinici (28 registrazioni avvenute con successo su 115 neonati monitorati dopo parto prematuro) lasciano ben sperare per il futuro: “È stato divertente osservare i bambini respirare per la prima volta dato che, quando emettono il respiro, l’immagine catturata dagli ultrasuoni, inizialmente scura, diventa pian piano più chiara e attraversata da fasce luminose” ha spiegato alla stampa il dottor Douglas Blank, coordinatore della ricerca.