Durante l’estate, i bambini tendono a mangiare in media cinque volte di più alimenti zuccherati e dall’elevato contenuto calorico: è quello che emerge da un sondaggio condotto dal Governo nel Regno Unito e che ha provato a fare luce su un problema diffuso anche alle nostre latitudini.
Il sondaggio nel Regno Unito
Una ricerca con tanto di sondaggio condotta di recente nel Regno Unito ha riacceso i riflettori su di un problema che oggigiorno interessa la maggior parte dei bimbi, oltre che gli adolescenti, sollevando anche la questione di come i genitori siano effettivamente in grado di affrontarlo: in pratica, lo studio portato avanti dal Governo ha evidenziato come nel periodo estivo i bimbi assumano in media zuccheri in quantità cinque volte superiori al solito.
Al sondaggio hanno partecipato 1000 genitori con figli aventi una età compresa tra i 2 e i 17 anni e dall’analisi dei dati è emerso che solamente il 10% segue anche nei mesi estivi uno stile di vita sano dal punto di vista alimentare: ma il punto che fa più discutere è che, nonostante la maggior parte di loro si siano lamentati dell’elevato consumo di zuccheri dei bambini, solamente il 67% ha preso in considerazione l’opzione di rivolgersi a uno specialista.
Consumo di zuccheri: l’allarme dei pediatri
Tuttavia, pare che il problema non interessi solo i più piccoli Oltremanica ma sia comune anche in Italia: in estate il consumo di bevande e bibite zuccherate (oltre che di gelati e snack) aumenta esponenzialmente e nel resto dell’anno resta l’opzione preferita per uno spuntino. Addirittura, un dato dovrebbe far riflettere: già dopo il primo anno di età, la quasi totalità dei bimbi italiani comincia ad assumere quantità sproporzionate di zuccheri, esponendosi così in maniera maggiore all’insorgenza di patologie metaboliche (diabete e obesità) ma anche a problemi ai denti nella fase dello sviluppo. Anche per questo motivo, ricollegandosi a quanto messo in risalto dalla ricerca inglese, un ruolo importante lo ha l’educazione dei genitori: questi, secondo i pediatri, spesso non sono in grado di valutare correttamente le quantità di zuccheri contenuti negli alimenti, né di abituare i figli a moderare il consumo di determinati cibi.