Sono tra gli episodi più traumatici (per i genitori e anche per lo stesso bambino) durante la crescita e spesso vengono confusi anche con un attacco di epilessia: gli spasmi affettivi, definiti anche “apnee affettive“, sono manifestazioni di insofferenza di breve durata da parte dei più piccoli e nel corso delle quali trattengono il respiro.
Ma da cosa sono causati e come ci si deve comportare quando si verificano?
“Apnea affettiva”: cos’è e quali sono le cause
Gli spasmi affettivi, veri e propri laringospasmi, non devono essere considerati una patologia, nonostante spesso impressionino i genitori: si tratta infatti di un comportamento che interessa molti bambini sotto i quattro anni e che, in genere, è la spia di un disagio, a livello umorale o anche fisico, che i figli comunicano piangendo, trattenendo il respiro e sperimentando un’apnea volontaria.
Ovviamente ci sono delle eccezioni e se dura per più di qualche secondo può portare il piccolo a diventare cianotico e perdere conoscenza, ma si tratta di casi limite: durante uno spasmo affettivo, il bambino trattiene di solito il respiro e irrigidisce tutti i muscoli, mostrando delle contrazioni involontarie.
Le cause invece vanno ricercate in una crisi emotiva o nella risposta automatica a un evento “traumatico” che provoca disappunto o tensione.
Come riconoscere i laringospasmi
Insomma, eccetto gli episodi più gravi, nessun allarmismo.
Tuttavia, per rassicurare i genitori, gli psicologi infantili spiegano come distinguere queste manifestazioni di insofferenza da quelli che invece sono i sintomi di una patologia.
Innanzitutto, bisogna ricordare che questi laringospasmi nascono come risposta diretta a un piccolo trauma (spavento, rabbia), o come reazione di fronte a un nostro “no”, e non casualmente, come al contraio capita con un attacco epilettico che si manifesta anche quando il bimbo è a riposo.
Inoltre, va valutata anche la durata dell’episodio, di solito breve, ma i laringospasmi scompaiono spontaneamente con la crescita: comunque il buon senso suggerisce di consultare il pediatra se casi simili si ripetono frequentemente.
Affrontare le crisi e prevenirle
In presenza di una crisi, nonostante lo spavento che si prova la prima volta, è importante mostrare al bambino di non essere preoccupati e, anche quando l’apnea è terminata, comportarsi come se non fosse accaduto nulla.
In questo modo, capirà pian piano che non è una buona strategia per attirare la nostra attenzione. Nel caso dei bimbi più piccoli, invece, sono utili alcuni stratagemmi per far terminare gli spasmi, ovvero battere le mani o soffiare delicatamente sul loro viso fino a quando la respirazione non si stabilizza.
È assolutamente sconsigliato agitarsi, scuotere il bimbo o dargli qualcosa da bere, rischiando di accentuare la crisi.
Per quanto riguarda infine la prevenzione degli spasmi affettivi, è bene educare il bimbo a capire che non sempre i suoi desideri saranno esauditi, ma avendo cura di non esasperare le situazioni e cercando il compromesso quando possibile
Anche in questo caso, è importante il dialogo e l’empatia anziché acuire gli scontri, senza ovviamente cadere nella trappola del “ricatto” che involontariamente lui sta attuando.