Uno studio francese pubblicato sulla rivista medica Acta Paediatrica dichiara che nutrire neonati e bambini con tipologie di latte diverse da quello materno o animale può causare gravi patologie.
I latti di origine vegetale danneggiano la crescita dei più piccoli
Oggigiorno le mode alimentari stanno prendendo piede al pari, e forse anche di più, delle tendenze sull’abbigliamento.
Sempre più persone si convincono che la tradizionale dieta mediterranea sia, per i più svariati motivi, sbagliata e optano per diete specifiche come quella vegetariana, quella crudista o quella vegana. Se cambiare alimentazione autonomamente, senza prima consultare un medico potrebbe rivelarsi un errore grossolano, estendere la propria scelta a tutta la famiglia può causare gravi danni.
I primi a pagarne le conseguenze infatti sono i piccoli di casa. Neonati e bambini, contro la loro volontà si vedono privati del latte vaccino, ricco di proteine, a favore di latti di origine vegetale come quello di soia, di mandorle o di riso, assolutamente carenti degli elementi nutritivi necessari alla loro crescita.
Lo studio riportato dai medici francesi sulla rivista Acta Paediatrica
Sull’onda di tale rischiosa tendenza un gruppo di medici francesi ha condotto uno studio su 34 bambini dell’età media di nove mesi, che venivano nutriti con tipologie di latte alternativo a quello vaccino.
Il dato più evidente è che tutti i bebè presi in esame accusavano problemi di deperimento e malnutrizione. Soltanto 6 tra loro risultavano miracolosamente normopeso.
La metà di loro soffriva di anemia, oltre venti avevano sfoghi e reazioni cutanee, circa una decina avevano avuto crisi epilettiche, mentre erano frequenti le carenze di vitamina D, calcio, sodio e albumina.
L’alibi più comune da parte dei genitori che privano i loro figli di latte vaccino è un’ipotetica intolleranza al lattosio; evento molto raro in neonati e bebè che hanno bisogno proprio di quello specifico disaccaride per il loro sviluppo.
Lo studio pubblicato sulla rivista Acta Paedriatica vuole essere un incisivo monito per gli adulti: mai cambiare l’alimentazione di un bambino senza prima aver consultato un pediatra.