Il parto prematuro, o pretermine, può essere influenzato da una consistente variazione delle temperature a cui si espone la futura mamma? Stando a uno studio realizzato negli Stati Uniti pare di sì, dato che situazioni di caldo o freddo estremo possono anticipare il momento del travaglio.
Come influiscono le temperature sul parto
Situazioni di caldo o freddo particolarmente intenso sperimentate durante la gravidanza possono essere tra le principali cause di parto pretermine (ovvero in cui il travaglio si verifica tra la 22esima e la 37esima settimana di gestazione): è questo uno dei risultati a cui è giunto uno studio condotto presso il National Institutes of Health di Rockville (Maryland) che ha avanzato l’ipotesi che, se la futura mamma si trova esposta a determinate temperature ambientali nelle prime sette settimane di gestazione, può andare incontro a un parto prematuro.
Ma quali sono le cause che determinano questo fenomeno e come hanno proceduto i ricercatori dell’istituto statunitense? In esame sono stati presi una serie di dati relativi a 200mila parti avvenuti in dodici centri degli USA, tenendo conto delle temperature medie che sono state registrate in ognuna di queste strutture.
Alcuni dati empirici dello studio
Dall’analisi empirica dei risultati, gli studiosi di Rockville hanno evidenziato come situazioni ambientali di freddo eccessivo nel corso delle prime sette settimane di gestazione facciano aumentare del 34% il rischio di un parto prima della 34esima settimana, del 9% il rischio che il travaglio cominci tra la 34esima e la 36esima settimana e solo del 3% che questo avvenga tra la 37esima e la 38esima. Nel caso opposto (caldo estremo) questi rischi aumentano invece dell’11% prima della 34esima settimana.
Pare inoltre che la correlazione tra temperature molto alte e parto pretermine sia molto più rischiosa rispetto alle situazioni in cui le donne in attesa erano sottoposte a temperature fredde.
Infine, un altro aspetto che andrà verificato in futuro è se le temperature estreme, come già si sospetta, possano anche ostacolare uno sviluppo normale della placenta e l’afflusso regolare all’utero del sangue.