Una nuova importante scoperta scientifica nel settore medico neuroscientifico arriva da un team di ricercatori del Children’s Hospital di Los Angeles, che ha scoperto che alti livelli di stress nella donna in gravidanza, così come eventuali infezioni o allergie, può portare all’attivazione del sistema immunitario, che a sua volta rischia di causare danni neurologici al feto.
Il gruppo di ricercatori, che ha poi pubblicato un articolo in merito sul Journal of Neuroscience, con i risultati dello studio, hanno raccolto molte informazioni che non solamente identificano il problema, le cause e le conseguenze, ma che rende possibile per un futuro l’avviamento di nuovi studi per ridurre i rischi per i nascituri.
Le ricerche sono state effettuate su alcune donne d’età compresa tra i 14 e i 29 anni, circa al secondo trimestre di gravidanza. Le analisi del sangue effettuato su questo gruppo di giovani donne, effettuati appositamente per analizzare i livelli delle proteine -6 e CPR, hanno evidenziato un forte livello di stress e un conseguente innalzamento delle difese immunitarie.
Dopo aver dunque stabilito la presenza di un’attivazione del sistema difensivo del corpo, gli studi si sono protratti ai feti e ai bambini nati in seguito.
Difese immunitarie alte in gravidanza: il pericolo per il feto
Il feto ha evidenziato un’attività cardiaca influenzata dai livelli alti delle proteine analizzate, mentre dopo la nascita i bambini presi in esame hanno mostrato proprio ciò che i medici hanno ipotizzato, ossia che le condizioni infiammatorie delle madri stavano influenzando visibilmente anche i figli.
A rivelare questo è stata una risonanza magnetica effettuata dopo la nascita dei piccoli, che ha anche mostrato che lo stato della madre durante la gravidanza, ossia i livelli alti delle proteine -6 e CPR, hanno determinato alcune difficoltà comunicative tra alcune regioni cerebrali dei bambini presi in esame.
Il rischio per i piccoli pazienti comprende una possibilità di sviluppare disturbi psichiatrici come la schizofrenia o altri disturbi relativi allo spettro autistico.
Questa importantissima ricerca, tuttavia, potrebbe rappresentare un enorme passo avanti nella lotta contro i disturbi psichiatrici nel feto, aumentando le possibilità di agire sui livelli di stress nella madre in gravidanza, per ridurre il rischio di problemi nel nascituro.