È un prodotto principe in qualità e in valore di nutrienti nobili, naturale, prezioso come l’oro di cui porta il colore: il miele è tutto ciò e anche di più ed i prodotti derivati dall’apicultura sono preziosi alleati dell’uomo sia in termini nutritivi che in materia di probiotica alimentare.
Il miele fa bene alla salute, ma c’è un età in cui il miele può riservare spiacevoli sorprese. Recenti studi medici hanno difatti confermato che tra le cause di botulismo infantile, il miele è il maggior responsabile.
Miele: tanto prezioso quanto pericoloso nel primo anno di vita
Può apparire come una sconfitta eppure è la realtà: la recente scomparsa di un bimbo di cinque mesi, dovuta a botulismo infantile, ha confermato la diagnosi che l’agente patogeno è stato introdotto nell’organismo del bambino attraverso il miele, proprio perché naturale e non raffinato, quindi troppo grezzo e carico batteriologicamente per un organismo ancora debole e non assuefatto alle cariche batteriche.
Nella storia di mamma di ognuna di voi, sicuramente ci sarà stata una nonna, una zia, la quale, saggia della propria tradizione, vi avrà consigliato il miele nei momenti di dolore soprattutto gengivale durante le prime fasi della dentizione, una tradizione classica nella puericultura tradizionale. Eppure per una volta la saggezza popolare non ha tenuto conto del problema, per quanto raro, eppure presente, del botulismo infantile ed il miele di ciò ne è il maggior responsabile perché può contenere, il condizionale è d’obbligo, spore del Clostridium botulinum.
Il primo anno di vita del bambino è il più delicato e le tutele del suo piccolo corpo saranno sempre via via minori man mano che la sua resistenza aumenta con l’aumento degli anticorpi, una maturazione che coinvolge tutto il sistema immunitario ma che richiede i suoi tempi.
Così il miele, dolcificante prezioso e naturale, almeno nel primo anno non dovrebbe comparire nella dieta del bambino proprio al fine di evitare rischi connessi al botulismo infantile.
Cosa s’intende per botulismo infantile?
Il Clostridium botulinum e un batterio gram positivo il quale secerne una tossina la quale determina l‘intossicazione botulinica, uno spauracchio a volte davvero spaventoso in termini di intossicazioni alimentari.
Il problema è che il botulismo classico prevede l’ingestione della tossina di riferimento, assunta attraverso prodotti contaminati, mal sterilizzati, nei quali i batteri hanno rilasciato importanti quantità della loro tossina. Nel botulismo infantile, avviene invece una forma patogena dovuta al contatto non con la tossina ma con il batterio stesso, un patogeno il quale difficilmente causa problemi all’organismo maturato dal punto di vista immunologico. Il piccolo organismo del neonato è esposto ad esso con gravi rischi, almeno sino al sesto mese di vita, momento nel quale i pediatri decretano il passaggio verso la fase di maturazione vera del sistema immunitario il quale, allo scadere del primo anno di vita, diviene quasi innocuo perché le condizioni di resistenza da quel momento iniziano ad essere importanti. L’apparato digerente del lattante è immaturo ed è perfetto come substrato di crescita per le colonie dei Clostridium ed al loro rilascio di neurotossine.
Suo malgrado il miele in questo è un grande veicolo di contaminazione e, nonostante l’immenso valore alimentare che riserverà negli anni futuri, l’appuntamento con il miele e il vostro bambino è rimandato in età più matura, almeno dopo il tredicesimo mese di vita.
AngelaCieri EmilianoOttaviano l’ ho scoperto dopo aver ingozzato Vic
Io ve l ho dato da subito
Lucia Gadda