La piccola epidemia di morbillo nata nel mese di dicembre a Sanremo non tende a scemare: nuovi casi e nuovi contagi hanno alzato il livello di guardia e gli epidemiologi liguri iniziano a preoccuparsi perché ora coinvolti sono anche piccoli pazienti in età di forte rischio.
Il contagio del morbillo non rallenta la sua diffusione
Era nato come un singolo caso al quale si sono aggiunti via via sempre più persone coinvolte dal contagio. Ora la piccola percentuale, in realtà non poi così piccola pensando ai termini percentuali della popolazione colpita dal morbillo, si è allargata coinvolgendo anche il personale infermieristico (un’ostetrica ha manifestato le classiche macchioline rosse e forti febbri in dicembre) ed in seguito anche una ginecologa ha contratto il virus.
Pericolosa invece la situazione che ha aggravato lo stato di salute di un neonato venuto alla luce nei primi giorni di dicembre: per il piccolo paziente il rischio di aggravare il suo stato di salute dovuto al virus ha richiesto l’intervento dei medici del Gaslini di Genova, ospedale specializzato nelle terapie pediatriche, ed il trasferimento presso il nosocomio del capoluogo di regione è stato immediato senza eccessive perdite di tempo.
11 pazienti contagiati per una diffusione quasi senza precedenti
La situazione è davvero sul limite, nonostante la task-force medica che tempestivamente ha iniziato una vera e propria indagine al fine di determinare se il contagio sia iniziato da parte di un visitatore o di un paziente dell’ospedale.
Ricordando la vittima deceduta dopo avere contratto una forma particolarmente virale del morbo, i funerali dell’autista si sono svolti nella giornata del 5 gennaio, all’ospedale Borea di Sanremo il livello di guardia si è innalzato e non di poco.
Undici persone contagiate in pochi giorni non è più una casistica per fini statistici: in questo contesto è fondamentale appurare quali potranno essere gli sviluppi nei prossimi giorni, possibilmente determinare chi ha innescato l’epidemia, perché dovesse essere un membro interno dell’ospedale andrebbe isolato e temporaneamente allontanato dal nosocomio. Allo stesso tempo il personale deve essere sempre in costante stato di emergenza per assicurare cure tempestive a chi al morbillo è particolarmente colpito nelle forme più virali, ma soprattutto, ai piccoli neonati, la categoria più a rischio.