Sta facendo il giro del web la storia di Vigga e Peter, una coppia di Copenaghen che si è ingegnata per creare un sistema di affitto di vestiti per bambini. La start-up si chiama, appunto, Vigga.
All’atto dell’iscrizione si riceve una borsa con dei vestitini eco-friendly. L’idea di base è che i vestitini crescono col bimbi, quindi quando un capo non va più bene al piccolo si restituisce e se ne prende un altro di taglia più grande. Gli abitini sono tutti tracciati e, una volta ritirati, vanno in lavanderia per essere igienizzati e vengono sottoposti a un controllo di qualità, per essere poi riutilizzati da altri clienti. In questo modo, l’impatto sull’ambiente, secondo la start-up, si riduce dell’80%.
Perché è nata Vigga?
Nel 2003, Vigga Svensson presentatrice televisiva, decide di abbandonare quella carriera per seguirne un’altra e crea il suo marchio di moda ecologica per bambini: Katvig.
Non conoscevo il settore in cui mi sono inserita. Ma ho scoperto che l’industria glamour della moda ha un lato oscuro, dove la mancanza dei diritti dei lavoratori, tonnellate di prodotti chimici dannosi e lo sfruttamento delle risorse sono più la regola che l’eccezione.
Così col tempo ha cominciato a chiedere ai suoi clienti quanti capi avessero per i bambini e quanti ne usassero e dalle risposte dei genitori ha capito che per quanto ecologico, il suo marchio contribuiva comunque a sprecare risorse e faceva parte di quel modello che tanto biasimava.
Da qui l’idea della start-up, dove a fronte di una spesa mensile minima tra i 35 e i 60 euro si riceve una borsa con dei capi (da 10 a 24 pezzi).
La creazione di un capo di abbigliamento per bambini richiede circa 3000 litri d’acqua. Quando li usi 3-5 volte e poi li metti via perché non stanno più, non è molto intelligente. Abbiamo bisogno di creare un sistema di consumo più oculato e Vigga è proprio questo.
Cosa ne pensano gli utenti italiani?
Come sempre, il popolo della rete ha dato la sua opinione e c’è chi vorrebbe un sistema simile anche in Italia e chi no.
Ad esempio, Erica dice:
Ho appena dato via 3 scatoloni di roba 0-2 anni ad una coppia che aspetta una bimba nello stesso periodo di mia figlia e nel contempo, mi sono arrivati 4 scatoloni di vestiti da amici, per il nostro secondo che nascerà. Mah… forse in Danimarca fanno fatica ad avere relazioni sociali, perciò c’è bisogno di una struttura professionale per questo genere di cose?
E tu, mamma, cosa ne pensi? Lo adotteresti questo metodo?