La gravidanza, si sa, è un periodo di grandi cambiamenti, sia fisici che psicologici. L’azione degli ormoni che, quando si è incinte, impazziscono letteralmente, può provocare nelle future mamme uno stato di nervosismo in gravidanza del tutto fisiologico.
Il problema si presenta quando stress e nervosismo diventano una condizione permanente: in quel caso, la troppa tensione può avere effetti negativi sulla salute del feto. Perché? Scopriamolo insieme.
Nervosismo in gravidanza: perché fa male?
Quando siamo nervosi il nostro corpo produce un ormone, il cortisolo, conosciuto anche come “ormone dello stress“, che serve proprio a contrastare lo stress eccessivo. Se il nervosismo, invece di essere una condizione passeggera, è sempre presente, l’organismo produrrà alti livelli di cortisolo, che possono avere effetti dannosi sulla nostra salute e su quella del feto.
Uno di essi è sicuramente l’innalzamento della pressione arteriosa, che, tra le conseguenze, comporta un rischio più alto di andare incontro a preeclampsia. Secondo numerosi studi, inoltre, il nervosismo della madre durante la gravidanza inciderebbe anche sullo sviluppo del bambino che, da grande, avrebbe maggiori probabilità di sviluppare problemi comportamentali, come disturbi dell’attenzione, aggressività e iperattività.
Come ridurre il nervosismo in gravidanza
Quando ci si rende conto che il nervosismo sta incidendo negativamente su di noi e sulla nostra gravidanza, dobbiamo cercare di ridurlo, senza sentirci in colpa per essere stressate.
Tra i consigli da seguire per essere più rilassate, ci sono quelli della dottoressa statunitense Susan Andrews, neuropsichiatra e autrice del libro “Stress Solutions for Pregnant Moms: How Breaking Free from Stress can Boost Your Baby Potential”.
Secondo la Andrews, il primo passo è quello di riconoscere di avere un problema col nervosismo e parlarne con il proprio medico, che saprà aiutarci a ridurre il livello di stress con metodi che vanno da una semplice chiacchierata fino allo yoga prenatale e alla meditazione.
Anche il canto è un buon antistress: non importa essere intonate; se non ci si sente delle cantanti provette, si può sempre canticchiare un motivetto nella propria testa. Gli effetti che si ottengono sono sorprendenti!
Può sembrare banale, ma un altro dei consigli della dottoressa Andrews è quello di rilassarsi: fare un bel bagno caldo, bersi una tazza di tè o una tisana, leggere un buon libro o guardare un film che ci piace sono tutte attività antistress alle quali dobbiamo dedicarci senza remore, visto che si avrà poco tempo per farlo una volta arrivato il bambino.
Ardita Giuseppe