Diciamo la verità: sembra che il binomio diventare mamma e avere partita IVA, finora sia stato sempre sinonimo di conflittualità. Le mamme autonome sono sempre state penalizzate dalla mancanza di tutele sostanziali per maternità, malattia e gravidanza.
Ma da oggi le cose cambiano ed era ora che arrivasse un intervento legislativo, agognato da tempo: le mamme con partita IVA sono sempre più numerose, esercitando come freelance la propria attività professionale senza essere alle dipendenze di un datore di lavoro.
Tutele per le mamme con partita IVA nel Jobs Act degli autonomi
Il Jobs Act dei lavoratori autonomi ha messo in chiaro le cose riguardo la gravidanza, l’infortunio, la malattia. Ci sono anche indicazioni sui compensi, sui tempi di riposo e sui ritardi nei pagamenti da parte dei committenti. Tutti elementi ulteriori che senza dubbio supportano la donna, iscritta alla gestione separata, che finora ha dovuto affrontare la maternità con molte difficoltà.
Ma la vera novità è nel fatto che anche a livello legislativo si parla di smart working.
Lo Smart Working come forma flessibile di lavoro per le donne
Smart Working è un’espressione coniata in tempi recenti che coniuga il lavoro con le tecnologie digitali. Indubitabile che le nuove tecnologie abbiano rivoluzionato il modo di lavorare, compresa la possibilità di svolgere da casa in tutto o in parte alcune mansioni lavorative.
La legge ne parla e riconosce un compenso economico pari a quello percepito da chi invece fa postazione fissa in azienda o sul luogo di lavoro. Una novità importante perché da un lato sollecita le aziende a organizzarsi per la migliore combinazione di lavoro da casa o altro luogo e ufficio, che garantisca efficienza del lavoratore ed efficacia delle risorse impiegate, dall’altra perché potrebbe rappresenterebbe la svolta per quel 40% circa di dipendenti che in occasione di un’indagine curata da Adp, ha affermato di voler lavorare da casa.
Carlotta Sollazzo
Grazie tesoro!!