Anche in Italia sarà possibile operare i nascituri alla spina bifida ancora in utero mediante l’utilizzo di un’operazione particolare e mini invasiva.
Questo è ciò che è stato reso pubblico dalla dottoressa Isabella Fabetti dal prestigioso Centro di Chirurgia Fetale presente presso la Clinica Mangiagalli di Milano. L’intervento eseguito in utero permetterà di limitare notevolmente i danni provocati da questa patologia.
Che cos’è la spina bifida
La spina bifida è un’anomalia del sistema nervoso centrale congenita che comporta disturbi molto gravi come ad esempio la paralisi totale degli arti inferiori, l’idrocefalia e l’incontinenza urinaria. La parte finale della spina dorsale non si chiude in maniera corretta e il midollo spinale entra in contatto diretto con il liquido amniotico. Più tempo il midollo permane nel liquido amniotico, maggiori saranno i danni riportati da nascituro.
Questa anomalia può essere riconosciuta, mediante un’ecografia di secondo livello, attorno alla 20° settimana di gestazione. Assumere regolarmente acido folico prima della gestazione e durante i primi tre mesi di gravidanza è fondamentale per prevenire l’insorgenza del problema.
Operare in utero alla spina bifida per ridurre le conseguenze
Attualmente i bambini vengono sottoposti all’intervento solamente dopo la nascita, quando oramai i danni provocati dalla patologia sono pressoché irrecuperabili.
Operare in utero durante il secondo trimestre di gestazione consentirà di diminuire drasticamente le conseguenze negative. Gli strumenti tecnologici presenti nella clinica Mangiagalli già da tempo vengono usati per eseguire interventi chirurgici su pazienti in utero nel caso ci siano gravi malattie o malformazioni che richiedono un intervento tempestivo, prima della nascita.
Attualmente la clinica ha messo a disposizione di tutti, medici e pazienti, un servizio di consulenza specifica per la chirurgia di questo tipo ed è possibile reperirla gratuitamente mediante la app Chirurgia Fetale.