L’alimentazione dei bambini è uno dei tanti crucci delle mamme. Dalle lamentele dei piatti a tavola all’inappetenza, alla voglia di mangiare alimenti non indicati in base all’età.
Il rapporto dei bimbi col cibo è complesso e spesso difficile, comporta un’attenzione meticolosa per il genitore e va affrontano senza scoraggiarsi se qualcosa non va.
Perché i bambini hanno problemi con il cibo
Capita anche con i figli mangioni. Non hanno mai detto no alle proposte culinarie né si sono presentati mai problemi a tavola. Poi a un certo punto, i bambini rifiutano il cibo, non amano più i piatti verdi e le verdure. Non hanno voglia di mangiare la frutta o vorrebbero nutrirsi solo di un alimento.
È un problema che va affrontato in qualsiasi caso: sia che il bambino sia inappetente dal momento dello svezzamento, sia se si presenta con la crescita.
Il problema alimentare è uno strumento di comunicazione molto forte, e a modo loro, i bambini che rifiutano il cibo danno ai genitori dei segnali:
- chiedono aiuto
- vogliono attenzione
- aspettano un conforto che non arriva
Il bambino che non vuole mangiare o sceglie soltanto determinati alimenti sta lanciando un messaggio e vorrebbe ricevere una risposta.
Cosa fare quando i bambini rifiutano il cibo?
Come comportarsi allora? Non c’è un manuale d’uso da seguire, né un menù da preferire a un altro. Si possono fare dei tentativi, imparare ad ascoltare il bambino che rifiuta il cibo, capire se c’è un cambiamento nella sua vita che lo ha scombussolato e procedere per gradi.
Vediamo qualche consiglio insieme.
Se il bambino fa storie da giorni e non vuole più mangiare come prima, la prima cosa da fare è sentire il pediatra di famiglia. Questo vale anche se durante lo svezzamento ci si rende conto che non mangia volentieri ed è inappetente. Il pediatra conosce il bambino, ha le competenze tecniche per dare consigli pratici per aiutare il piccolo nel rapporto col cibo e potrà constatare se la sua crescita procede bene.
Seconda cosa da fare: avvicinarsi al bambino mangiando le stesse cose che gli si propongono. È come dare il buon esempio: gli si sta dicendo che ciò che mangia lui è lo stesso che si gusta in famiglia, perché è buono.
Un altro consiglio da seguire è quello di proporre i cibi in maniera diversa dal solito. Dare ai piatti vita propria, colorare il menù e farlo sembrare divertente stuzzica il bambino e lo coinvolge in un gioco. Si sentirà parte attiva e vivrà il momento del pasto come un’attività ludica che lo farà sorridere.
Una cosa molto importante per aiutare i bambini a mangiare di più o in modo sano è non forzare la mano né ricattarlo o obbligarlo con rabbia a fare qualcosa che proprio non gli va di fare.
Quantità di cibo: come regolarsi per i bambini di un anno
Possono capitare due casi: il bambino piccolo non ha voglia di mangiare oppure il bambino mangia troppo. Entrambe le situazioni sono sbagliate e come ogni cosa serve moderazione.
Un bambino di un anno non può mangiare 100 grammi di pasta ma nemmeno 20. Gioca, si muove, forse gattona o forse già cammina: gli servono le energie per affrontare la giornata e tutti i valori nutrizionali.
Se mangia tanto e vorrebbe cibo a ogni ora, la sua potrebbe essere voglia di attenzione o noia, consolazione se ha male ai denti. Se non mangia potrebbe sentire delle mancanze, avere un palato fino e delicato o avere paura di sperimentare nuovi sapori, perché troppo abituato al latte.
Anche in questo caso, “la bacchetta magica” la conserva il pediatra. Conosce la crescita del bambino, sa che cosa ha mangiato e che cosa deve mangiare in base alla sua età e potrà dare i consigli giusti sulla quantità di cibo per i bambini di un anno.
Bha bha bha nn sono del tutto in accordo i pediatri nn hanno la bacchetta magica…io sono del parere che se si rispettono i tempi del bambino tutto va secondo deve andare