Sono sempre stata una ragazza senza particolari problemi di socializzazione. Seppur timida e poco adatta a mettersi al centro dell’attenzione mi sono circondata di tante amiche e amici. Ho passato molte serate in discoteca a ballare fino alle sei del mattino, ho viaggiato con le amiche e vissuto esperienze che mi hanno fatto conoscere e scoprire lati della vita e di me stessa opposti. Ho sempre colto al volo l’occasione di un caffè o di una pizza in compagnia, fatto parte di varie associazioni e fondato un circolo di lettura. E sono sempre stata una femminista convinta amante del mondo della donna, pronta a raccogliere tutto quello che ogni persona o esperienza poteva darmi.
Le uscite in discoteca erano finite da tempo (con molto rammarico) e la mia vita è cambiata in base agli impegni. Ne sono stata felice e l’ho assaporata da un altro punto di vista; ho iniziato a scoprire un’altra parte di me. Quello che, però, non è cambiato in questi anni è la mia affamata voglia di stare con le persone. Di conoscere volti nuovi e imparare dagli altri, crescere grazie ai rapporti interpersonali.
Ma dicevo che sono diventata mamma. E quando diventi mamma entri a far parte di una “setta”. So che il termine letto così può spaventare ma ora che ho fatto un po’ di rodaggio in questo mondo di “mammitudine” compulsiva ho capito che è proprio così.
Perché sono rimasta donna ma sono diventata mamma e questo significa che quando ho voglia di una passeggiata senza farci caso chiamo l’amica con pargolo al seguito per condividere, scambiare informazioni, ricevere consigli sulla maternità. E poi c’è la pizza, il babyshopping, la palestra per togliere i kg di troppo post parto. Tutto è collegato all’essere madre. I discorsi, i pensieri, le amicizie.
E in qualsiasi contesto, pur se chiacchiero o trascorro il mio tempo con le persone di sempre, attivo il radar e anche a distanza di chilometri inconsciamente vado alla ricerca di nuove mamme. Le incontro al supermercato e le saluto, chiedo dei loro figli, scambio opinioni o consigli.
Capita in ogni contesto: nella vita di tutti i giorni ma anche al lavoro. Se ho una nuova collaborazione professionale, e tra i redattori web scambio due chiacchiere con una collega, non facciamo passare nemmeno cinque minuti e subito arriva la fatidica frase: “ho letto che sei una mamma. Lo sono anche io”.
Ricerco con il lanternino quella mammitudine di cui mi cibo ogni giorno, quel dessert quotidiano di cui ho bisogno.
E allora si: è ufficiale! Faccio parte del club delle mamme e lo dico con serenità. Quando posso trascorrere del tempo con donne e bambini ne sono felice. Pur essendo l’unica della famiglia con nanetto al seguito, pur sapendo che vedere un’amica per parlare di serate, acquisiti folli e vacanze è comunque bello. Ma non capita. Perché sono totalmente coinvolta dai discorsi incentrati sulla maternità.
Questo è il club delle mamme. Ritrovarsi a stare bene con persone che conosci da poco ma che condividono con te lo stesso percorso. Parlare di trucchi e vestiti ma mescolare al tema l’acquisto di pannolini e nuove ricette per il baby. Inserire tuo figlio e il tuo essere mamma in ogni aspetto della tua vita. È un valore aggiunto, linfa quotidiana per la tua persona, crescita interiore e personale. È diventare mamma ed essere mamma, due concetti all’apparenza simili ma molto differenti, che mi rendono una donna migliore.
Buongiorno voglio fare la domanda della mamme
Ho due figlia grazie
Dicci pure!
Giulia Brignoli,La Piana tutto verissimo!