Purtroppo, al giorno d’oggi, i difetti visivi nei bambini sono estremamente frequenti a causa di numerosi fattori in grado di incidere negativamente sulla salute degli occhi.
Tuttavia, prima che peggiorino, la maggior parte dei difetti visivi pediatrici si manifesta con una determinata gamma di sintomi e segni che permettono allo specialista di individuarli e di agire tempestivamente per curarli.
Quali sono i principali disturbi visivi che colpiscono i bambini?
Come si manifestano e in che modo possono essere curati?
I segnali di un difetto visivo
L’individuazione di un disturbo a carico della vista è possibile semplicemente prestando attenzione a quelli che sono i segnali che conducono ad un diagnosi più o meno precoce e tempestiva.
- il bambino potrebbe iniziare a strizzare in modo sempre più frequente le palpebre, segno che fa pensare all’incapacità di mettere a fuoco gli oggetti;
- i mal di testa tendono a diventare più regolari indicando un affaticamento visivo.
- il bambino potrebbe iniziare ad adottare una posizione del capo innaturale, inclinandolo su un lato a dimostrazione del calo visivo di uno dei due occhi.
- A volte, le dimensioni degli occhi potrebbero essere abbastanza diverse tra loro o, in molti casi, il bambino può iniziare a strofinarsi l’occhio frequentemente come se stesse cercando di togliere un corpo estraneo che gli impedisce di vedere correttamente.
Se uno o più di questi segnali viene individuato, è necessario rivolgersi immediatamente al pediatra, il quale potrebbe raccomandare una visita dall’oculista per un consulto.
La visita pediatrica e quella oculistica
Innanzitutto, il pediatra procederà con l’effettuare un’accurata anamnesi familiare per individuare eventuali casi pregressi del disturbo visivo; dopodiché, egli procederà con un’ispezione degli occhi valutando l’acuità visiva, il senso stereoscopico, la visione a distanza, la simmetria dei riflessi luminosi, i riflessi corneali e pupillari e la trasparenza dei mezzi diottrici.
Qualora dovesse riscontrare qualche anomalia, il pediatra potrebbe raccomandare una visita oculistica per effettuare maggiori accertamenti e per indagare sulla radice del problema.
Dal canto suo, l’oculista procederà con l’analisi di eventuali patologie oculari ereditarie già presenti nell’albero genealogico del bambino; successivamente, si occuperà di analizzare le pupille, la parte anteriore dell’occhio, il fondo oculare e altri parametri fondamentali mediante diverse tipologie di esami, come quello della rifrazione tramite l’instillazione di un collirio che va a bloccare il muscolo ciliare per permettere allo specialista di individuare eventuali disturbi.
Una volta rintracciata l’anomalia o la problematica che sta affliggendo il bambino, l’oculista procederà con la definizione di un percorso terapeutico atto a risolvere il disturbo alla radice mediante farmaci o, a volte, con l’uso di dispositivi correttivi.
I difetti visivi pediatrici più comuni
I disturbi più frequenti a carico della vista nei bambini sono principalmente 3: astigmatismo, miopia e ipermetropia.
Astigmatismo
L’astigmatismo altro non è che un difetto che comporta un‘alterazione dell’immagine di un oggetto percepita dall’occhio, il che provoca una visione distorta o sfocata; per questo, il bambino potrebbe confondere le lettere dell’alfabeto o accusare cefalee, lacrimazioni o dolori oculari.
In questo caso, l’unico trattamento efficace è l’utilizzo di occhiali permanenti correttivi.
Miopia
La miopia, invece, deriva dalla modifica strutturale del bulbo oculare, il quale aumenta in lunghezza: essa viene misurata in diottrie e considerata lieve se ne comporta 3, media tra le 3 e le 6 e elevata se supera le 6 diottrie.
Il bambino, solitamente, accusa cefalea, non riesce a percepire nitidi gli oggetti lontani e tende a strizzare gli occhi per mettere a fuoco.
Anche in questo caso, il trattamento più efficace prevede l’uso di occhiali permanenti.
Ipermetropia
Infine, l’ipermetropia, ossia quando uno dei due occhi risulta essere più piccolo dell’altro: in questo caso, è fondamentale riuscire a formulare la diagnosi tempestivamente in modo tale da stabilire il giusto trattamento.
Nella maggior parte dei casi, il bambino accusa lacrimazioni frequenti, affaticamento oculare, cefalee e arrossamento del bulbo.
Nei bambini di età inferiore ai 10 anni, non è necessario stabilire un trattamento ma può bastare una visita oculistica regolare; se lo sviluppo non dovesse regredire il disturbo, lo si può correggere con delle lenti permanenti onde evitare che insorga lo strabismo.