E’ ormai una prassi consolidata nei reparti maternità di molti ospedali italiani, e sempre più professionisti del settore lo consigliano a gran voce: stiamo parlando del rooming in.
Di cosa si tratta? Con rooming in si intende la permanenza, dopo il parto, di bimbo e mamma nella stessa camera, 24 ore su 24, per i giorni di degenza in ospedale.
La culla nella camera della mamma
In contrasto con l’abitudine di qualche decennio fa di affidare il neonato alle cure del personale di nido e nursery, con il rooming in la culla del piccolo viene posta nella camera della mamma, di fianco al suo letto, affidando direttamente a lei il suo bambino.
In questo modo il contatto tra mamma e figlio è costante, una sorta di proseguo del loro legame intimo e profondo pre-parto.
Aspetti positivi del rooming in
Il rooming in ha molti aspetti positivi: aiuta la mamma a “prendere mano” in previsione del rientro a casa evitando che, una volta giunta tra le mura domestiche, si trovi spaesata, cadendo più facilmente dalla tristezza da baby blues.
Inoltre, favorisce l’allattamento al seno e permette anche al papà di partecipare attivamente all’accudimento del piccolo, rafforzando il legame genitori-figlio.
Alcune ricerche specifiche, infatti, hanno confermato che, come per gli animali, anche per l’essere umano i primi giorni dopo il parto sono un momento delicatissimo, in cui si crea uno speciale legame tra madre e bambino (bonding).
Meno il bambino sta con la mamma, e in generale con i genitori, più facilmente si potrebbe verificare l’interruzione di questo legame.
Nel dettaglio:
• La mamma apprende fin da subito come accudire il bambino
• Promozione dell’attaccamento e della relazione mamma-bambino (processo di bonding)
• Meno rischio di infezioni ospedaliere per il neonato
• L’allattamento al seno, su richiesta del bambino, sembra facilitato
Generalmente, possono usufruire del rooming-in
• le mamme con neonati sani e nati a termine da parto vaginale o cesareo
• i neonati pretermine e/o con patologia minore (sempre attenendosi all’indicazione medica).
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Aspetti negativi del Rooming In
Certamente, accanto ai lati positivi, c’è chi vede nella pratica del rooming in anche lati negativi.
In primis, pensando alle mamme e alle fatiche già affrontate con travaglio e parto, affidando il bimbo al nido, si darebbe loro qualche attimo di riposo. Inoltre, c’è chi vede nel rooming un modo per risparmiare sul personale dei reparti maternità.
Infatti, molto spesso le mamme sono lasciate sole, senza una supervisione da parte del personale sanitario, che non dà nemmeno consigli su come gestire le prime ore di vita del bambino: spesso le neomamme, stanche e senza forze, tendono ad allattare nel letto, da sdraiate.
Questa pratica è molto pericolosa, soprattutto nei primi giorni di vita del bambino, poiché se la mamma si addormenta, può schiacciare il piccolo. Non solo una volta, infatti, è successo che la mamma si addormentasse durante l’allattamento, provocando così la morte del bimbo, soffocato dal peso della madre.
E’ un dato di fatto, però, che stando a stretto contatto, il legame emotivo madre-bambino si consolida e la neo mamma si impratichisce prima del fatidico rientro a casa.
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