Arriva anche in Italia il “donatore di coccole“, figura impiegata negli ospedali neonatali e nei reparti della prima infanzia. Si tratta di un ruolo già conosciuto negli Stati Uniti e che ha preso piede anche nel nostro paese.
Si tratta di persone che si offrono su base volontaria e senza alcuna retribuzione di dare affetto e coccole ai neonati che, per motivi diversi, non possono stare a contatto con la mamma e ricevere coccole e abbracci.
Vediamo insieme di cosa si occupa questa nuova figura, quali sono i benefici delle coccole sui neonati e come diventare un donatore di coccole.
I donatori di coccole: chi sono e cosa fanno?
Irene Settanta è una mamma con una storia sfortunata: morta per un’emorragia a seguito del parto, ha lasciato sola la sua piccola Marta che è stata accudita per trentadue settimane in ospedale.
Da questa esperienza è nata l’idea di aprire un’associazione dal nome “le coccole di mamma Irene”, che si propone l’obiettivo di ricercare e formare i “donatori di coccole”: si tratta di personale su base volontaria, che si offre di coccolare i neonati che per svariate ragioni non hanno più i genitori.
Dietro a questa idea c’è la convinzione, ormai comprovata scientificamente, che gesti semplici come coccole e abbracci siano fondamentali per il corretto sviluppo psicofisico di un neonato; la vicinanza della madre, infatti, stimola la produzione di serotonina e ossitocina, ma anche le attenzioni ricevute da persone diverse dalla madre hanno un effetto simile sul cervello del neonato.
Carenze affettive nelle prime settimane di vita sono collegate a disturbi del linguaggio e disturbi motori, oltre a difficoltà di socializzazione e adattamento.
I donatori di coccole si offrono volontariamente di abbracciare, accarezzare e coccolare i neonati quando i genitori sono in difficoltà.
Molti di questi volontari collaborano con numerose strutture sanitarie, in particolare, offrono il loro sostegno a tutti i bambini in terapia intensiva, ai piccoli ricoverati prematuri, ai bambini abbandonati o maltrattati.
Per tutti i neonati rimasti soli al mondo, che non possono più ricevere l’affetto dai propri genitori, per coloro che hanno bisogno di cure specifiche o devono affrontare un percorso di terapia. I donatori di coccole svolgono questa attività nel loro tempo libero e sono sempre pronti a portare affetto e coccole ai bambini.
L’importanza delle coccole in età neonatale
La fisicità e il contatto svolgono un ruolo fondamentale nella crescita di ogni bambino. L’abbraccio, ma anche le carezze e le coccole, sono quel porto sicuro capace di calmare e rilassare qualsiasi tipo di disagio, per eliminare l’ansia e per sopprimere qualsiasi paura.
Si sa, un abbraccio materno è la cura primaria per calmare il pianto di un bambino.
Il contatto dà sicurezza, la certezza di avere una presenza positiva nel momento del bisogno fa sentire il bambino protetto e amato, sereno e tranquillo.
Soprattutto nei neonati, ma più in generale nei bambini di tutte le età, un abbraccio di pochi secondi riesce a produrre una serie di reazioni chimiche benefiche: dona benessere e sicurezza, diminuisce l’ansia, migliora il sistema immunitario, fa aumentare la fiducia nelle persone e rafforza l’autostima.
I gesti affettuosi, il modo in cui ci si prende cura di un neonato, influiscono direttamente sul suo sviluppo. Le coccole stimolano la crescita dei vari sistemi dell’organismo, il bambino inizia quindi a percepire il suo corpo nella sua interezza. I donatori di coccole fanno proprio questo: aiutano i bambini, anche quelli più sfortunati, a sentirsi amati e desiderati.
I donatori di coccole anche per bambini più grandi
L’idea è partita in riferimento ai neonati ma ha preso piede anche per quanto riguarda bambini più grandi: in questo caso, il donato di coccole non dovrà cullarli ma passare del tempo con loro, sviluppando la fisicità soprattutto con abbracci e senso di protezione.
Un modo interessante e utile di far sorridere bambini con storie molto difficili alle spalle, come abbandoni da parte dei genitori, violenze o soprusi di vario tipo.
Una tecnica che è stato già in passato collaudata negli Stati Uniti, dove esistono diverse associazioni di volontarie che forniscono un simile servizio. Gli studi sui benefici di questa pratica risalgono addirittura agli anni ’30: il dottor René Spltiz, già all’epoca, aveva evidenziato uno stretto collegamento causale tra il senso di accettazione, autostima e fiducia in se stesso del bambino rispetto all’affetto ricevuto nelle prime fasi della vita.
Dopo che i volontari accettano l’incarico vengono sottoposti a un periodo di formazione, prima di cominciare ad operare concretamente con i bambini: anche questo, un aspetto che testimonia la delicatezza di questo ruolo.
Come diventare un donatore di coccole
Se vuoi occupare il tuo tempo libero donando tanto amore e coccole ai neonati allora puoi diventare un donatore di coccole.
Più dettagliatamente, per diventare un donatore di coccole basterà seguire un corso di formazione insieme a medici, infermieri, educatori e psicologi qualificati.
Queste figure professionali prepareranno i futuri volontari a svolgere la loro attività, aiutandoli a capire le esigenze dei bambini, le tecniche per calmarli e tranquillizzarli.
Per diventare donatore di coccole è necessario, inoltre, partecipare ad un colloquio conoscitivo, utile per approfondire la personalità e le motivazioni di ogni volontario, essere maggiorenni e completare un corso sulla sicurezza.
Ogni associazione ha un proprio regolamento, per maggiori informazioni, ti consigliamo di contattare direttamente l’associazione che opera nella tua città.
Tra le associazioni italiane più importanti abbiamo:
– Donatori di Coccole Odv, del reparto di Neonatologia dell’Azienda Ospedaliera di Parma;
– I bambini Dharma, con sede operativa a Brescia;
– La prima coccola, del reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale di Rimini;
– Le coccole di mamma Irene, del reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino.